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lunedì 18 aprile 2011

Fiorentina Juventus 0-0. Le pagelle

Buffon 6 Inoperoso per tutti i 90 minuti, non è mai chiamato in causa. Le occasioni dei viola terminano fuori dallo specchi.

Motta 5,5 Difficile assegnargli un voto in quest'occasione. Dietro combina meno pasticci del solito, pur non dando una sensazione di solidità. Non è tuttavia sufficiente il suo apporto offensivo, specialmente tenendo in considerazione quelle che sarebbero le sue caratteristiche. I cross sono sistematicamente e fastidiosamente rimpallati dalle gambe degli avversari e, le rare volte che non lo sono, non riescono ad essere precisi e pericolosi. Esce nuovamente per un problema muscolare.

Bonucci 6,5 Finalmente offre una partita di spessore. Sebbene gli avversari si avvicinino troppo spesso alla porta juventina (ma in questo caso parte delle responsabilità è da attribuire al centrocampo), si fa sempre trovare pronto. In almeno un paio di occasioni è assolutamente decisivo con interventi miracolosi. Purtroppo manca nuovamente di lucidità sottoporta in un'occasione molto simile a quella di domenica scorsa, ma sicuramente più nitida.
C'è però una nota negativa che voglio sottolineare. Al primo errore (grave) di Sorensen le telecamere hanno inquadrato prima Melo e poi Bonucci scagliarglisi contro, riprendondolo con una foga francamente fastidiosa. E' subito intervenuto Aquilani ad allontanare Bonucci.
Che queste cose nel calcio siano la consuetudine è un dato di fatto e non deve certo stupire. Ma in tutta sincerità vedere proprio Bonucci, appena più giovane di Sorensen e che in tutta la stagione ha commesso una quantità di errori banali impressionante, alzare la voce in quel modo non è stato un bello spettacolo. Siamo pronti a perdonare molto al centrale e a concedergli ancora tanta fiducia per il futuro, ma vedere in cambio almeno un po' di umiltà farebbe molto piacere.


Barzagli 6,5 Come il compagno di reparto offre un'ottima prestazione. Il suo acquisto si è rivelato una mossa azzeccata, Barzagli si è guadagnato la fiducia di Del Neri e, pur essendo stato impegnato ultimamente a causa dell'infortunio di Chiellini, verrebbe da chiedersi quale può essere la coppia più affidabile avendo a disposizione il trio completo di giocatori.

Grosso 5 Come volevasi dimostrare... Si nutrivano dei dubbi sulla continuità dopo la buona prestazione di Roma ed ecco sfoderata prontamente una partita pessima. Nullo in fase offensiva, è disordinato e distratto dietro. Sicuramente una certa macchinosità fa parte delle sue caratteristiche, ma ieri è sembrato davvero troppo lento nei movimenti e nello spunto.
La nuova previsione per il futuro? Una prossima partita di nuovo deludente, una successiva buona e ricomincerà il ciclo. Il copione fin'ora ha lasciato poco spazio alla fantasia.

Melo 6,5 Il suo primo tempo è stato ottimo. Molto in partita, preciso in fase di costruzione, aggressivo e fisicamente imponente, ha tenuto saldo il centrocampo nella prima frazione. Nella seconda la sua prestazione è leggermente calata, pur essendo cresciuta quella della squadra. Una buona gara comunque, ma d'altronde le sue potenziali capacità non sono in discussione.

Aquilani 6,5 Si è visto un buon Aquilani. Il duello a distanza è stato probabilmente vinto da un Montolivo in giornata molto positiva, ma la partita di Aquilani è stata buona. Ha mosso discretamente la squadra in orizzontale, specialmente nella metacampo avversaria. Quello che è piaciuto di più del match di Alberto è stata però l'intensità. Si è visto un giocatore determinato e duro. Ci ha regalato addirittura uno scontro a muso duro con Mutu, cosa abbastanza inusuale per il r
romano. Sicuramente è questa la cattiveria agonistica che vogliamo vedere in campo da lui, possibilmente insieme ad una presenza ancora maggiore.


Marchisio 5,5 Di nuovo evanescente, di nuovo poco pervenuto. In parte la responsabilità è anche dell'allenatore, che gli cambia la posizione troppo spesso, non permettendogli di entrare mai davvero in partita. Che Marchisio possa adattarsi a molti ruoli della metacampo ormai è appurato, ma quale sia la sua posizione naturale inizia ad essere una domanda molto difficile.
Peccato per la palla gol decisiva portatagli via da Toni.

Pepe 6 Meno prorompente che contro il Genoa, Simone di fatto non è stato una spina nel fianco della difesa viola e ha pasticciato un po' troppo. In ogni caso dalla sua parte sono arrivate diverse palle in mezzo, non sfruttate da un Matri ingabbiato dagli avversari. E' stato però prezioso soprattutto in fase di non possesso palla, cercando di limitare Montolivo, davvero molto ispirato, in fase di costruzione.

Krasic 5 Una partita pessima la sua. Non è mai stato pericoloso, non sono arrivate nemmeno le fiammate improvvise che a volte ha regalato. Non ha neppure seguito le istruzioni di Del Neri, costretto a chiedere a Pepe di fare quello che si aspettava dal serbo. La stagione di Krasic probabilmente ha offerto tutto. Ora la curiosità si muove verso il prossimo anni, quando si capiranno i veri valori di un Krasic non più limitato dalla condizione fisica.

Matri 5,5 Troppo isolato. Giocare con un tridente non significa abbandonare il terminale offensivo in mezzo all'area sperando che faccia suo ogni pallone e ne ricavi il massimo. Non ha quasi mai il supporto delle due ali e non riesce a rendersi pericoloso. Come al solito lotta tenacemente contro ogni difensore facendo valere il proprio fisico, ma onestamente non è stata la sua domenica migliore.

Soresen 5,5 Fa quello che ci si aspetterebbe da un giovane dalle buone potenzialità: alterna interventi molto buoni ad errori banali che potrebbero costare molto caro.
Del Piero 5,5 Appena entrato sfiora il gol che avrebbe aggiunto un tassello al mosaico della sua leggenda, poi però scompare. Le poche palle che tocca non sono indovinate, in mezz'ora non riesce a cambiare il volto della squadra.
Toni 5,5 Quando entra si fa sentire e succede anche questa domenica. Purtroppo però riesce ad essere meno incisivo del solito. Crea un pasticcio grave quando non si accorge dell'arrivo di Marchisio e scambiandolo probabilmente per un avversario gli toglie dal piede un'occasione molto importante. La sensazione però è che in 90 minuti potrebbe dare molto, anche perchè sta uscendo uno dei pochi limiti tecnici di Matri: la poca bravura ad arrivare di testa sui rilanci del portiere. Caratteristica che a Toni non manca certo e che a questa Juve, che abusa ancora molto dei lanci lunghi, farebbe molto comodo.


Fino alla fine forza Juventus!

domenica 17 aprile 2011

Fiorentina Juventus 0-0. Arrivederci Champions.

Con lo scialbo pareggio di oggi la Juventus saluta, con ogni probabilità, la qualificazione alla prossima Champions League, fallendo l'obiettivo (minimo) per il secondo anno consecutivo. Sicuramente sarà giusto onorare il campionato fino all'ultimo e provarci comunque, ma 8 punti di distacco e 5 partite al termine del torneo non concedono molte speranze alla squadra di Del Neri.
La partita al Franchi è stata dura, condizionata dal sole e dal vento a tratti davvero fastidioso. L'approccio non è stato dei migliori, poca lucidità, poche idee, poco gioco. Il secondo tempo ha regalato qualche emozione in più. Bonucci, Del Piero e Toni/Marchisio (che si sono ostacolati clamorosamente in quella che forse sarebbe stata l'occasione più ghiotta) non hanno concretizzato le possibilità migliori.
C'è amarezza. Che raggiungere il quarto posto fosse divenuta un'impresa improbabile era chiaro a tutti, ma forse ora si è spento quel piccolo lumicino di speranza che rimane sempre acceso in ogni tifoso fino all'ultimo.
Rimangono 5 partite, serviranno ulteriormente a fare chiarezza, a capire cosa non ha funzionato, cosa si deve cambiare.
Di nuovo.
Sperando che sia l'ultima volta.
Perchè una Juve che per due anni consecutivi non raggiunge il quarto posto è qualcosa che fa male al calcio italiano. Non raggiungerlo in un periodo di mediocrità evidente del livello generale, non fa che aumentare lo sconforto e la delusione.
Che si finisca la stagione con dignità e impegno (che non mancherà, perché la conferma di molti sarà probabilmente influenzata da quello che mostreranno da qui alla fine) e che si riparta. Puntando in alto. Ricordandosi che rappresentare la Juventus significa rappresentare la massima espressione della storia del calcio italiano.

E ricordandosi anche un ultimo particolare molto importante. Dalla prossima stagione le posizioni che garantiranno l'accesso alla Champions non saranno più 4, ma 3.
Rimboccarsi le maniche.

Fino alla fine forza Juventus!

giovedì 14 aprile 2011

Il centrocampo della Juve

Storari Motta Barzagli Bonucci Traoré Aquilani Melo Marchisio Krasic Pepe Matri.

Domenica abbiamo visto l'ennesima formazione inedita schierata durante questa stagione dalla Juventus. Anche il centrocampo non è stato immune da cambiamenti, rivoluzioni e ripensamenti.
Partita giocando con la classica linea composta da due centrali e due esterni, la squadra ha ultimamente schierato tre uomini sulla linea mediana a supporto di un tridente, composto da due ali e una punta. Il tutto senza dimenticare che quando la squadra ha giocato con Marchisio sulla sinistra, l'assetto non era certo quello di un classico 4-4-2 quanto piuttosto un modulo duttile, funzionale al cambiamento in corso d'opera e alle caratteristiche di Krasic. Francamente l'impressione è che le idee, dopo una fase iniziale, non siano più state chiare e che il mister non sia più stato sicuro di come ricavare il meglio dai giocatori presenti nella rosa. Ma quali sono le caratteristiche dei centrocampisti bianconeri, quale situazione tattica permetterebbe di trarre il massimo dalle loro potenzialità? Proviamo ad impostare un discorso ragionato, ben consci che si tratta pur si tratta pur sempre di considerazioni un po' fumose e che a determinare le prestazioni dei giocatori, spesso, è più la determinazione e l'impegno a svolgere anche mansioni che poco si presterebbero loro.

Tatticamente il discorso è molto delicato. Il centrocampo è un reparto dove l'equilibrio è fondamentale e deve soprattutto esserlo in un'ottica difensiva, di copertura. Tuttavia l'assenza di qualità, per una squadra con delle ambizioni, è una lacuna altrettanto grave e il problema è stato evidente nelle ultime stagioni, dove in mezzo al campo è mancato l'uomo capace di dettare i ritmi e trovare le verticalizzazioni. Scaricato un deludente Diego, la società ha deciso di puntare su Aquilani. L'ex Liverpool è un giocatore dai piedi molto buoni, con un'ottima propensione alla verticalizzazione e la cui dote migliore è forse la conclusione dalla media distanza. L'idea è stata quella di affiancarlo a Melo, per creare una linea che garantisse copertura e appoggio offensivo.
Inizialmente questo schema è sembrato funzionare, con un Aquilani in grado di far girare la squadra, ma che comunque è apparso presto sacrificato in una posizione non sua. Il romano non ha nelle proprie caratteristiche il sostegno in fase difensiva, il rincorrere l'uomo. Si è adattato, a mio avviso anche bene. Lo si è visto recuperare una grande quantità di palloni, ma la conseguenza è stata un'evidente scarso apporto a ridosso delle punte. Insomma, Aquilani è più simile a un trequartista. E' nel momento in cui è sollevato da pressanti compiti difensivi che può dare il meglio, proporsi costantemente senza doversi preoccupare, offrire continuamente una soluzione alternativa alle punte e agli esterni. Per quanto lo riguarda, il 4-3-3 visto recentemente è con ogni probabilità il modulo che meglio lo può esaltare, perchè permette di scaricare buona parte delle responsabilità di copertura sui due colleghi di reparto.

Melo, confermato in estate, è stato identificato come l'uomo giusto su cui imbastire la diga del centrocampo nella linea a quattro. Le sue caratteristiche le conosciamo bene. Nessuno mette ormai in dubbio il valore decisivo di questo giocatore in fase difensiva. Fisicamente ha davvero pochi rivali e nel motore ha sempre molta benzina, che gli permettere di mantenere ritmi elevati per tutti i 90 minuti. Conosciamo bene anche i suoi difetti, specialmente la cronica disattenzione e la tendenza a perdere palloni pericolosi. Melo non è un regista. Non ne ha la necessaria lucidità e la concentrazione. E proprio il tentativo di assumere questo compito ha determinato gli errori stagionali di questo giocatore e più in generale quelli di costruzione della squadra. In un 4-4-2 in cui Aquilani ha dimostrato di trovarsi a disagio, entrando troppo poco nella manovra, Melo ha assunto troppo spesso le redini del gioco, facendosi portatore di una funzione che a mio avviso non gli dovrebbe competere. Ma il problema si è perfino aggravato nel 4-3-3, come approfondiremo fra poco. Rimangono infatti prima da considerare le caratteristiche di Marchisio (su Sissoko non credo ci sia bisogno di dire nulla).

Marchisio, il più grande enigma calcistico in assoluto, almeno per il sottoscritto e vedremo il perchè. La sua intelligenza calcistica e la sua duttilità sono doti che farebbero impazzire qualsiasi allenatore. Buon incontrista e ottimo negli inserimenti, a inizio stagione probabilmente l'idea è proprio stata di considerare Marchisio il jolly perfetto per il centrocampo a quattro, idea che si è poi rivelata azzeccata, considerato che è stato impiegato da centrale in occasione delle assenze di Felipe e Alberto, ma soprattutto da esterno sinistro, una volta compresa la scarsa attitudine alla copertura di Krasic. L'impiego di Marchisio ha permesso a Del Neri di schierare un centrocampo considerabile fondamentalmente un ibrido fra una linea a quattro e una a tre col tridente. Non esponendosi troppo e facendo scalare i due compagni, Claudio ha consentito a Krasic di giocare senza l'assillo di rientrare e spesso di riprendere fiato dopo le sue galoppate infinite.
Eppure la soluzione di esterno non ha avuto solo risvolti positivi. Di fatto è mancato in maniera troppo evidente lo sbocco a sinistra, anche a causa dell'assenza di un terzino con la corsa arrembante di un Maicon o di uno Zambrotta dei bei tempi. La conseguenza è stata una prevedibilità della manovra troppo pronunciata. Inoltre la mossa non ha risolto le incongruenze tattiche della coppia Melo-Aquilani.

A questo punto il ragionamento sembrerebbe abbastanza semplice, eppure ci è voluto tempo per vederlo concretizzato. Ricapolando: Melo, ottimo filtro che si trova decisamente fuori ruolo in posizione avanzata e che non dovrebbe partecipare troppo all'azione, Marchisio, giocatore che copre benissimo ogni spazio, raddoppia con intelligenza ed è letale negli inserimenti, Aquilani, a disagio in situazione difensiva e con caratteristiche particolarmente interessanti nel raggio dei trentacinque metri dalla porta. E aggiungiamoci pure Krasic, ala assolutamente non portata alla copertura, praticamente un attaccante.
Sembrerebbero incastrarsi alla perfezione in un centrocampo a tre a supporto di un tridente. Un modulo di questo genere valorizzerebbe le carattestiche prettamente difensive di Melo, disinteressandolo da compiti offensivi a cui Aquilani potrebbe partecipare con più tranquillità, coperto dal sicuro filtro del brasiliano e da un giocatore estremamente abile a leggere le situazioni di gioco come Marchisio, il quale potrebbe anche sfruttare le doti da incursore scambiando talvolta il ruolo offensivo con Alberto. Il tutto richiedendo meno sforzi a Krasic, consapevoli comunque che la copertura degli stessi attaccanti è assolutamente fondamentale nel calcio moderno, come ben ci ha insegnato l'Inter nemmeno un anno orsono.
A queste conclusioni deve essere arrivato anche Del Neri, che ha sperimentato questo assetto diverse volte, con risultati alterni, dovuti anche alla poca preparazione dei giocatori ad una situazione di questo tipo.
Nonostante sia probabilmente questa la strada da battere se si vogliono mettere i giocatori nelle condizioni di esprimersi al meglio, non tutto ha funzionato come si poteva immaginare. Quali sono stati i problemi? Diversi, con responsabilità da attribuire a mio avviso a tutti e tre i centrocampisti.
Innanzitutto il giocatore chiave in questo assetto diventa per forza di cose Aquilani. Si ricorre a questa soluzione perchè possa esprimere al meglio il proprio potenziale, perchè sia costantemente presente in fase offensiva e per vederlo essere pericoloso come dovrebbe esserlo un trequartista. Ma Aquilani ha stentato, si è fatto vedere poco, ha toccato pochi palloni. Probabilmente la condizione fisica non è delle migliori in questo momento, tuttavia sta a lui dimostrare di valere i 16 milioni chiesti dal Liverpool, sta a lui in altre parole dimostrare di essere un giocatore decisivo.
Secondariamente si è venuto a creare un problema nella fase di costruzione del gioco. Con un Aquilani leggermente avanzato, non è stato, come ci si sarebbe aspettati, Marchisio a prendere il pallino del gioco nella nostra metacampo e far girare la squadra, ma Melo, che con maggiore personalità ha assunto di fatto la funzione di regista basso.Qui sta forse l'errore più grave che questa squadra può commettere. Non si tratta solamente di non riconoscere in Melo le caratteristiche adatte (scarsa attenzione in primis come già detto), ma di essere consapevoli che nel momento in cui Felipe perde palla, la squadra di trova completamente esposta alle ripartenze degli avversari. L'unico giocatore che non può permettersi di perdere palloni è proprio il brasiliano, il cui compito è proprio quello di farsi trovare pronto durante queste situazioni. Non è qualcosa che può fare Aquilani, e sicuramente anche Marchisio è meno adatto a farlo di lui. Ogni volta che Melo perde un pallone, la Juve si trova in una situazione di difficoltà estrema, sprovvista di un filtro valido e aprendo una voragine nella zona centrale del campo.
Chi deve quindi essere il cosidetto regista basso della squadra, quello che tocca il 90% dei palloni giocati? Rimane l'ultimo centrocampista, Marchisio, che purtroppo ormai ha dimostrato di non avere questa capacità. Cosa si richiede dunque a Claudio in una situazione di questo tipo? Un apporto più offensivo, difensivo, di costruzione? Ecco l'enigma calcistico di cui parlavo all'inizio. Cosa aspettarsi da Marchisio? Con quali compagni può dare il meglio? E' un interrogativo a cui non ho ancora saputo dare una risposta.
Siamo giunti alla conclusione che a mancare in questo centrocampo juventino è il Pizzarro, il Pirlo della situazione. Ma inseritovi questo tassello, e assodata l'importanza di Melo nello scacchiere bianconero, come completare il pacchetto centrale? Aquilani e Marchisio sono dunque incompatibili?
Si può discutere fra quale tra i due sia il giocatore più utile in uno schieramento del genere, se Marchisio con i suoi inserimenti o Aquilani con le sue qualità tecniche, e ognuno può trarre le proprie conclusioni a seconda dei propri gusti calcistici.
La domanda con cui vi lascio però è per l'appunto se questi due giocatori possano giocare insieme in un centrocampo a tre senza creare uno scompenso, che consisterebbe in sostanza nel lasciare a Melo la funzione di regista basso.
Ma poniamo di sostuire invece che uno dei due italiani proprio il brasiliano. Quale sarebbe il nome giusto? Dovremmo cercare un regista che abbia anche notevoli doti difensive. L'unico giocatore a venirmi in mente che avrebbe avuto queste caratteristiche è il miglior Emerson, e stiamo parlando di qualcuno che non aveva forse eguali al mondo durante il suo periodo migliore.
Diventa dunque più facile, a mio parere, scegliere uno tra Marchisio e Aquilani su cui puntare per le mansioni offensive e trovare un terzo centrocampista, con qualità nel palleggio e senso della posizione. Le alternative (credibili o quasi) che vi propongo sono Inler e Montolivo, a cui aggiungerei Palombo come alternativa in panchina.
Avete suggerimenti? Vi trovate d'accordo con l'analisi fatta?



Ricordando ancora una volta come si tratti pur sempre di parole e di come speri di cuore che Marchisio scenda d'ora in poi in campo comportandosi da regista di primo piano smentendomi categoricamente, vi lascio con tutte queste considerazioni e quesiti.

Fino alla fine forza Juventus!

lunedì 11 aprile 2011

Juventus Genoa 2-0. Le pagelle.

Come promesso, ecco le pagelle dell'importante vittoria di ieri per 3 a 2 su un ben organizzato Genoa.

Storari s.v. Francamente è impossibile assegnare un voto alla sua partita. Assolutamente incolpevole su entrambi i gol, non è stato altrimenti mai chiamato in causa.

Motta 5 Ci risiamo, troppa imprecisione. E' davvero un peccato, la buona volontà si vede, ma sono proprio le idee e la loro realizzazione ad essere sbagliati. Sovrapposizioni mancate, cross imprecisi, lenti e con tempi improbabili. Sul secondo gol si fa tagliare fuori con troppa facilità.
Quando sembra che il vento possa finalmente cambiare eccolo ricascare nei soliti errori. 
E la personalità con cui Sorensen entra nella partita non aiutano certo ad assicurargli una maglia da titolare.

Sorensen 6,5 Buono il suo ingresso. Nonostante i piedi non siano propriamenti quelli di un rifinitore si fa trovare in fase offensiva con impegno e intelligenza, offrendo costantemente a Krasic una valida alternativa alla solita incursione.

Bonucci 5 Il periodo negativo prosegue per Leonardo. Se la sfortuna ci mette del suo sull'imparabile autogol iniziale, per il resto è lui ad essere troppo leggero e disattendo. L'occasione nel primo tempo è qualcosa a metà tra un gol mangiato e una palla non facile da insaccare, ma è soprattutto in occasione del secondo gol subito che si dimentica di guardare Floro Flores, lasciandogli lo spazio e il tempo di aggiustare il pallone e piazzarlo all'angolino (tra l'altro ottimamente). Deve crescere, deve essere più concentrato, deve stare più incollato agli avversari. E' scoraggiante che dopo tutti questi mesi non sia ancora migliorato da questo punto di vista.


Barzagli 5,5 Fondamentalmente è stato chiamato in causa molto poco, ma il secondo gol subito, l'occasione concessa maldestramente a un Palacio lasciato a un metro di distanza e la rovesciata di un liberissimo Floro Flores nel finale di partita suggeriscono di assegnare un'insufficienza ad entrambi i centrali di difesa.

Traorè 6 A mio avviso la partita del terzino mancino non è da buttare alle ortiche senza averci fatto prima qualche riflessione. Sicuramente Traoré ha sbagliato troppi cross, di fatto offrendone solamente uno interessante nel secondo tempo. Però gli va dato atto di essere arrivato sul fondo davvero molte volte, senza tirarsi mai indietro fino alla fine. Per certi versi ricorda un po' il Molinaro che tanto spingeva su quella stessa fascia e poco riusciva ad essere desivo. Lavorando sulla qualità del suo sinistro potrebbe diventare un giocatore interessante, senza però che dimenticare i suoi cronici problemi fisici nel momento di un'eventuale programmazione futura.

Marchisio 6 Valutare la partita dei tre di centrocampo è davvero difficile e per Marchisio forse lo è più che per gli altri. Come al solito cerca di occupare i corridoi lasciato liberi durante la fase offensiva ed è preziosissimo nei raddoppi quando si tratta di difendere. Ci si può accontentare però di queste prestazioni? Il problema è che troppo spesso Claudio scompare dal campo per decine di minuti. Non prende parte all'azione, non riesce a farsi vedere dai compagni e non è letale negli inserimenti come ci si aspetterebbe. Per qualche considerazione più approfondita sul rendimento dei centrocampisti della Juve vi rimando ad un articolo a loro dedicato, che cercherò di scrivere entro questa settimana.

Aquilani 5,5 Troppo poco, ci si aspetta di più. Di fronte alle pretese economiche del Liverpool non si può non notare come per cifre analoghe l'Inter abbia portato a casa un giocatore del calibro di Sneijder, decisamente più continuo e determinante dell'Aquilani visto fin qua. 
All'inizio del campionato Alberto è stato il giocatore chiave della formazione e le sue belle prestazioni sono coincise con le migliori partite della squadra. Ora però la condizione fisica, ma soprattutto la determinazione sembrano averlo un po' abbandonato. Qualche bella idea, suo il morbido e fortunato cross in occasione del primo gol e suo l'involontariamente millimetrico assist per Toni. Poco considerando si è trattato più di fortuna che di colpi di genio e di classe.
La fiducia di tutti c'è, nessuno mette in dubbio le qualità di Aquilani e l'importanza che potrà avere in futuro nella Juventus. Quello che tutti sperano di vedere più sovente è la voglia di prendere in mano la squadra e di decidere la partita.

Melo 6,5 Ho deciso di alzare di mezzo punto il voto di Felipe quando ho scoperto che ha giocato con le infiltrazioni a piede (ancora dolorante dopo la botta subito contro il Milan) e che ha tenuto duro nonostante un contrasto doloroso subito dopo pochissimi minuti. Questo spirito di sacrificio, fondamentale in qualsiasi gruppo voglia raggiungere traguardi importanti, merita di essere premiato e applaudito. Riguardo alla partita Melo ha avuto il pregio durante il primo tempo di essere uno dei pochi, insieme a Pepe e in parte Matri, a voler fortemente cambiare l'inerzia del match. Ha toccato un'infinità di palloni e ha cercato, con alterni risultati, di lasciare un'impronta. Il problema nasce proprio da quello che dovrebbe essere il suo ruolo. Se infatti ci si aspetta che sia lui a proporsi sulla trequarti, a cercare la soluzione del tiro e a creare la superiorià numerica con il dribbling, allora siamo completamente fuori strada. Non sono quelle le sue caratteristiche e ogni volta che Melo perde un pallone in fase offensiva, la squadra di ritrova con una voragine nella mediana, svuotata proprio del giocatore che dovrebbe costituirne il filtro principale. Il giocatore che dovrebbe fare quello che cerca di fare Felipe c'è ed era schierato anche ieri. Se in Aquilani non si può forse sperare per la funzione di regista basso, almeno oltre la linea di metà campo è legittimo aspettarsi più personalità e presenza.

Toni 8 Questo otto tondo è un voto che tiene conto di tutto l'apporto che questo giocatore ha saputo dare in ogni partita (o scorcio di partita) in cui è stato impiegato fin'ora. Contro il Genoa entrando ha cambiato il match. Ha offerto uno stabile punto di riferimento alternativo a Matri, influendo positivamente anche sulla prestazione di quest'ultimo, ha fornito assist preziosi, ha segnato un gol molto bello, ma in generale ha soprattutto preso in mano la squadra con la propria massiccia presenza fisica. Peccato per il gol divorato nel finale, che avrebbe suggellato una domenica da ricordare. La cosa da tenere presente quando si parla di Luca è che le sue caratteristiche sono quelle che probabilmente si perdono più lentamente con il passare degli anni. Per la prossima stagione Toni sarà un giocatore sicuramente ancora molto prezioso nell'economia del gruppo, sia dal punto di vista dell'esperienza, sia da quello tecnico, in virtù di un fisico ancora imponente e di una capacità di lettura della partita ai massimi livelli.

Krasic 5,5 Ormai la sua stagione è in fase calante, la benzina, inevitabilmente, è finita anche per uno come lui. Nonostante tutto, con uno di quei lampi che lo rendono ancora adesso un giocatore potenzialmente determinante è quasi riuscito a segnare anche ieri. Per il resto la sua prestazione è stata poco incisiva, con sporadici tentativi di spunto che hanno avuto poco successo. Ora che le energie sono quasi finite sarebbe probabilmente più proficuo appoggiarsi di più ai compagni e tentare con meno frequenza improbabili soluzioni personali.

Pepe 7,5 L'uomo del giorno è stato lui. Durante il primo tempo ha cercato di cambiare la partita quasi da solo. Dalla sua parte sono arrivati molti cross tagliati e pericolosi, che solo per un po' di sfortuna non sono stati sfruttati da un Matri che non si è mai trovato nella posizione migliore. E' andato vicino al gol di testa su una dormita del terzino del Genoa, ma è soprattutto nella seconda frazione che ha dato il meglio di sè. Mai intercettato nei dribbling a rientrare e ficcante in ogni sgroppata sulla fascia ha provocato il gol del momentaneo pareggio, ha propiziato la rete di Matri e ha anche sfiorato la seconda rete che avrebbe meritato, fermato solamente da un grande intervento di Eduardo.
Quando sembrava toccasse proprio a lui risolvere la partita è stato sostituito da Del Neri, con una mossa che francamente fatico ancora a spiegarmi. Che Krasic sia un giocatore che può risolvere una partita in qualunque momento, anche quando non è in giornata, è un dato di fatto, ma il Pepe di ieri aveva ancora molto da dare alla partita, sicuramente più di Milos.
Onore a questo giocatore che, arrivato un po' in sordina e ingiustamente diventato quasi il simbolo della mancanza di qualità della formazione bianconera, sta concludendo una bella stagione condita da diverse reti.
E' uno degli acquisti che più si sta meritando la conferma.

Martinez 6 In campo si vede abbastanza e cerca di imporsi soprattutto fisicamente sugli avversari, ma non incide più di tanto e non riesce ancora una volta a metterla dentro.

Matri 7 Il suo primo tempo è stato brillante lontano dall'area di rigore, ma poco incisivo in fase conclusiva, dove non è riuscito a crearsi occasioni nitide, pur lottando duramente contro i centrali avversari e facendo reparto praticamente da solo. Nel secondo tempo si è visto leggermente meno, ma ha gonfiato la rete con un gol stupendo, beneficiando anche dell'ingresso di Toni. Cosa dire ancora sul letale “Mitra Matri”? Ha un fisico importante, svaria su tutto il fronte offensivo, è implacabile sottoporta e ora possiamo aggiungere che è bravissimo nei dribbling. Sul gol si è girato in un fazzoletto facendosi beffe della difesa e ha messo la palla dove Eduardo non poteva arrivare. I venti gol sono vicini e la maglia da titolare per il prossimo anno lo è altrettanto. Un grande investimento, come forse nemmeno Marotta sperava.


Le pagelle terminano qui, il prossimo appuntamento è a metà settimana per un'analisi delle problematiche del centrocampo juventino (se il tempo mi sarà amico).
Grazie dell'attenzione e...

Fino alla fine forza Juventus!


domenica 10 aprile 2011

Juventus Genoa 2-0. Considerazioni a caldo.

Al triplice fischio il pensiero che molti Juventini, me compreso, devono aver avuto è stato “finalmente”.
Già, finalmente. Finalmente una battaglia vinta in rimonta, finalmente una squadra che non ha sbragato dopo lo svantaggio, finalmente una voglia di lottare e di vincere che hanno potuto avvertire tutti fino al novantesimo, nonostante il sole sfiancante di Torino nel momento più torrido della giornata.
E' questa molto probabilmente la considerazione più ovvia e importante dopo questa partita. Per mesi siamo stati purtroppo abituati a vedere una Juve incapace di reagire alla difficoltà di andare in svantaggio e oggi, dopo la sfortunata mazzata iniziale, eravamo già pronti ad un'altra fiacca domenica condita da sospiri, sbadigli e borbottii. E i primi venti minuti non lasciavano presagire molto di nuovo. Ecco il solito disordine, i consueti errori concettuali in fase di costruzione e una confusione che sembrava persino maggiore del solito. Nella secondà metà della frazione la situazione è migliorata, anche se non ancora abbastanza da portare la squadra al pareggio.
Il primo tempo si è chiuso con uno svantaggio arrivato alla prima (non)occasione degli ospiti, chiusisi poi ovviamente a riccio nella propria area, e poche occasioni nitide create. A spiccare sono stati sicuramente un Pepe in giornata di grazia e un Melo tanto volenteroso quanto lontano dalle mansioni che meglio gli si presterebbero.
Con il secondo tempo la squadra ha decisamente ingranato. Se Melo si è spento tra gli acciacchi al piede, Pepe ha indossato il costume di SuperSimone (quanti cross invitanti ha messo in area?) e, soprattutto insieme al neoentrato Toni, ha dato la svolta decisiva al match. Capaci di rimontare lo svantaggio per ben due volte, un'impresa inaspettata visti i precedenti, i ragazzi sono riusciti infatti a portare a casa una vittoria che dà fiducia e che continua a tenere in vita l'agonizzante speranza Champions.

Se la difesa merita qualche rimprovero per essere andata in difficoltà in ogni sporadica discesa degli avversari e Pepe si è già guadagnato la palma di uomo più ispirato della squadra, un'ulteriore menzione, tutta d'onore, la merita ovviamente Luca Toni.
Questi non ha solamente segnato la rete decisiva per la fantomatica rincorsa al quarto posto, ma ha dato una sostanza alla manovra che è stata sotto gli occhi di tutti. Praticamente non ha sbagliato un pallone, si è fatto trovare presente ad ogni incursione della squadra, ha tenuto palla come solo uno come lui sa fare, ha messo Pepe in porta con una grande idea e ha sfiorato la doppietta che avrebbe fatto ruggire lo stadio Olimpico. Ma i complimenti non si fermano qui. Perchè il buon Luca ha fatto benissimo in ogni partita in cui è stato impegnato fin'ora. Ha dimostrato di essere un giocatore che ha ancora tantissimo da dire, soprattutto perchè ad un fisico imponente abbina un'intelligenza calcistica da vero campione. E' un calciatore che sa sempre cosa fare, che sa assumersi le proprie responsabilità e che mette al servizio della squadra un punto di riferimento garantito. Per tutte queste considerazioni Luca merita di essere tenuto in altissima considerazione per la prossima stagione.
Si tratta di un giocatore che può ancora fornire prestazioni importanti e, in un gruppo a corto di esperienze ad alti livelli, avrà un ruolo di primaria importanza.

Godiamoci questa vittoria sofferta e spettacolare e speriamo che la grinta messa in campo oggi diventi una costante di questa squadra.


Vi rimando alla giornata di domani per le esaustive pagelle dei giocatori.

Fino alla fine forza Juventus!


mercoledì 6 aprile 2011

Storari e Buffon. In due per un unico posto.

Minuto 8': Totti pesca Vucinic sulla trequarti, Bonucci si addormenta lasciandolo avanzare, il Montenegrino scocca un sinistro micidiale, ma Storari si esibisce in un tuffo fantastico e salva la Juventus.

Minuto 29': Vucinic trova abilmente al vertice dell'area piccola Totti che colpisce al volo... Storari! Miracolo di Marco, che di nuovo tiene a galla i bianconeri con un intervento strepitoso!

Minuto 45': De Rossi si coordina alla perfezione da oltre venti metri lasciando partire un bolide pericolosissimo... Storari ancora! Con un tuffo plastico spettacolare blinda la propria porta.
Che partita di Storari! Decisiva la sua prestazione che permette alla Juve di non andare sotto e mantenere così aperta la partita fino ai gol di Krasic e Matri.
A scaldare ulteriormente i cuori dei tifosi Marco ci pensa proprio sul secondo gol, esibendosi in un'esultanza rabbiosa, sentita e sicuramente carica d'orgoglio per il ruolo avuto in questa vittoria.


Il giorno dopo è sotto gli occhi di tutti. I voti altissimi guadagnati con merito sulle pagelle di ogni quotidiano sono un manifesto chiaro del valore di questo portiere. Lo sono soprattutto perchè non arrivano inaspettati. Non sono una piacevole sorpresa.
Riportano infatti alla mente le grandiose prestazioni di un giocatore che nel girone d'andata ha ottimamente difeso la porta di una Juventus allora ancora in corsa per traguardi importanti. Prestazioni che, condite da grandi professionalità e serietà e da una spontanea simpatia, hanno subito fatto breccia nei cuori del popolo juventino, imponendo Marco Storari come nuovo beniamino dei tifosi in un battibaleno.
Chiamato a sostituire il portabandiera dei portieri di tutto il mondo, Storari ha assolto alla perfezione al suo dovere, accettando con umiltà la panchina nel momento in cui Buffon è tornato a disposizione.
Ora però in molti si stanno chiedendo quale dei due sia il vero numero 1 tra i due. O forse sarebbe meglio dire quale dei due merita di finire da titolare questo scorcio di campionato, che ha forse poco da dire sul fronte degli obiettivi, ma che sarà molto utile per studiare nel migliore dei modi le strategie necessarie per la prossima stagione.
Strategie che a questo punto devono necessariamente passare anche dalla scelta del futuro portiere.

Chiariamo subito un punto. Buffon merita un rispetto incondizionato, lo merita per mille motivi. Il primo dei quali è sicuramente la riconoscenza che ogni tifoso gli deve per la scelta di vita del 2006. Il che non è una considerazione banale da liquidare frettolosamente. Se c'era infatti un giocatore di quei veri e propri “eroi” (sportivi s'intende) rimasti in serie B che avrebbe avuto numerose possibilità appaganti, stimolanti e ambiziose scegliendo di allontanarsi da Torino, quello era certamente Buffon, universalmente riconosciuto come il migliore tra i pali al mondo, nel fiore della maturità calcistica e icona di livello planetario.
Gigi rimase e questo lo renderà per sempre un pezzo di storia della Juve.
Indelebile.
Immenso.
Protagonista di una storia d'amore meravigliosa.
Va inoltre rispettato per il comunque indiscutibile valore che ancora oggi sul campo. Si sentono fin troppe sparate da questo punto di vista. Il fatto che non sia più il migliore nel suo ruolo e che abbia commesso alcuni errori, a cui forse non eravamo abituati, non sminuisce comunque il valore di un ancora ottimo portiere.
Eppure le considerazioni, in vista di un progetto delicato come il futuro cantiere bianconero, che a quanto pare non può contare su una liquidità faraonica, non possono limitarsi a questi aspetti.
Buffon è un giocatore che ha un suo costo. Pesa all'incirca 6 milioni di euro all'anno sulle casse poco floride della società. Ed è un giocatore che, seppur dichiaratemente non più al centro del mercato, mantiene un certo valore economico, legato anche all'immagine internazionale che porta. Giocare ad indovinare un'ipoteca valutazione di Gigi è forse poco serio. Possiamo immaginare si aggiri attorno a una decina di milioni o qualcosa di meno. Purtroppo l'avere un ingaggio molto alto e il non garantire un'integrità fisica rassicurante non aiutano ad alzare la valutazione di un giocatore che può comunque garantire ancora almeno tre stagioni, se non di più, ad altissimi livelli.
Allo stesso tempo non è ancora chiaro se davvero esista un interesse serio di qualche società. Si vocifera ultimamente di un pensiero fatto dalla Roma, che in estate investirà sicuramente in qualche colpo a sensazione, e di un vecchio corteggiamento delle principali squadre del calcio inglese.

Di fronte a un'offerta accettabile la Juventus potrebbe dunque prendere in considerazione l'idea di privarsi di un monumento del calcio come Buffon?
La risposta potrebbe a questo punto essere davvero affermativa, per la prima volta dopo diversi anni. A cambiare gli orientamenti dirigenziali potrebbe essere proprio quel grande portiere che si è ritrovata, forse con un po' di sorpresa, in casa e che risponde al nome di Marco Storari. A far pendere l'ago della bilancia in questa direzione va ricordato l'ingaggio nettamente meno impegnativo di quest'ultimo rispetto al numero uno della nazionale.
L'alternativa valida a Gigi si trova per la prima volta in casa. Privarsi del proprio portiere non comporta più il doversi necessariamente inventare un sostituto degno di raccoglierne l'eredità.
A questo punto, considerata la situazione molto delicata della squadra, assolutamente bisognosa di rinforzarsi in svariati reparti e obbligata dunque a compiere uno sforzo economico non indifferente, la separazione fra i due coniugi, dopo un decennio di idilliaco matrimonio, può essere la soluzione migliore per entrambi.
Per la Juventus che potrebbe guadagnare, tra cessione e risparmio sull'ingaggio, una quindicina di milioni da investire nei settori più in emergenza.
Per Buffon, che dopo dieci anni meravigliosi, dopo aver dato il meglio della sua carriera a una società e a una tifoseria che lo hanno acclamato eroe e lo hanno trasformato in leggenda, merita di potersi lanciare in una nuova avventura, magari in una squadra che gli consenta di raggiungere quei traguardi che la Juventus attuale non può purtroppo promettergli.
Potrà farlo consapevole di avere rispettato il matrimonio fino all'ultimo giorno, senza avere mai tradito i cuori di chi lo ha amato come pochi altri giocatori. Consapevole di aver inciso il proprio nome nella storia della Juventus e di conseguenza nella storia di calcio.
Se qualcuno dovesse offrire a Gigi Buffon una grande possibilità, coglierla sarà un suo diritto sacrosanto. Sarà consapevole di lasciare la sua amata squadra in mani assolutamente degne, quelle di Marco Storari.


Fino alla fine forza Juventus!

lunedì 4 aprile 2011

Roma - Juventus 0-2

Ecco le pagelle relative alla bella vittoria di ieri della Juventus sul campo della Roma.
Buona lettura.


Storari 8 Un giocatore che ha davvero tanto da dire. Salva la situazione per ben tre volte compiendo dei veri miracoli. Andando in svantaggio la partita avrebbe preso sicuramente una piega diversa. Ci sarebbero da fare  diverse considerazioni su Storari, un professionista vero dal valore indiscutibile a cui, per vari motivi, si potrebbero dare le chiavi della porta bianconera per i prossimi due o tre anni. E' un argomento che che merita però uno spazio a sé stante.

Motta 6,5 Questa volta è davvero sfortunato. Torna a Roma, su un campo difficile, chiamato a fermare un avversario formidabile. E lo fa benissimo. Pur mancando della lucidità nei cross (che dovrebbero essere la sua caratteristica migliore), è costantemente presente sulla fascia, senza commettere nessuna sbavatura in fase difensiva. Un infortunio lo obbliga a concludere anzitempo la sua migliore prestazione da quando è in bianconero. E nel postpartita si guadagna anche i complimenti del mister.

Barzagli 6,5 Sarà chiamato a reggere la difesa per diverse partite e alla prima occasione non ha di certo deluso. Ordinato come al solito, non commette praticamente errori. Fin'ora ha dimostrato di essere stato un acquisto indovinato, un elemento molto utile nel turnover, sempre concentrato e pronto ad essere chiamato in causa.

Bonucci 5 Una partita da dimenticare al più presto. Deve ritenersi fortunato se il risultato non è diverso a causa sua. Commette le solite ingenuità che ne hanno caratterizzato tutto il campionato. Dribbling fuori da ogni logica, sufficienza col pallone fra i piedi e poca concentrazione nel tenere la linea difensiva. E' un peccato perchè è un ragazzo forte, dotato di un ottimo fisico e di piedi che potrebbero renderlo un difensore atipico e interessante. Ma certi errori non possono essere commessi se si vuole giocare nella Juve. Lo attendiamo con fiducia.

Grosso 7 Ripescato dal cilindro quando nessuno se lo ricordava più, sforna una prestazione pressochè perfetta. Senza concedere granchè dietro (giusto una ripartenza di Menez) si spinge intelligentemente in attacco dove fa valere la qualità del suo sinistro. S'inventa due assist geniali più uno non sfruttato nel migliore dei modi da Matri e Pepe. Sicuramente la corsa e l'esperienza gli  permettono di essere un giocatore abilissimo, specialmente quando sfrutta le sovrapposizioni. Il problema rimane il solito: la prossima partita quale Grosso vedremo? Quello di ieri o un Grosso svogliato e disattento? Non è la prima prestazione convincente del terzino campione del mondo, ma troppo spesso ne sono seguite altre decisamente negative. Non credo ci sia modo di conoscere cosa ci riserverà la prossima partita di Fabio. Consapevoli che parliamo di un serio professionista e di un giocatore con caratteristiche importanti, ci auguriamo di vederlo sempre su questi livelli.

Krasic 6 Questo è un voto che molti probabilmente non condivideranno. Il problema è che se non fosse stato per il gol si sarebbe trattato di un quattro. Krasic è un giocatore adorabile per molti motivi, in primo luogo per il grande amore che prova verso i nostri colori, un amore sbocciato presto e che conosciamo tutti. Eppure nonostante le doti innegabili che ha dimostrato di avere sul campo, parliamo di un ala con limiti tattici e mentali impressionanti. La partita di Roma ne è stato l'emblema. Recuperata una forma fisica accettabile, Milos ha giocato da vero indemoniato, cercando di scardinare in ogni modo la difesa avversaria. Il problema è che per gran parte della partita non è stato un vero giocatore di calcio. Testa bassa, un unico piede (il sinistro non lo ha ancora usato una volta in tutto il campionato), un incapacità di passare  il pallone a tratti davvero snervante. Si noti, probabilmente non dettata dall'egoismo, ma proprio da idee completamente sbagliate. Alla lunga ha mandato su tutte le furie un Aquilani che si stava proponendo correttamente e a cui non sono stati serviti palloni elementari, persi in tentativi di dribbling davvero poco probabili. Il gol è stato molto bello e decisivo e ha confermato, se ce ne fosse bisogno, che il ragazzo ha mezzi importanti, soprattutto la capacità di essere comunque decisivo in situazioni non propriamente facili. Ma ci sono margini di miglioramento ENORMI. Quando Milos imparerà a giocare a pallone diventerà davvero un'arma letale. Devono solo fargli capire che lanciarsi negli spazi da soli è più difficile che farlo con triangolazioni e senza palla, e che un giocatore come Aquilani potrebbe sicuramente metterlo in porta svariate volte a partita se solo ricevesse i palloni necessari sulla tre quarti. E' un giocatore da cui ripartire, ma comunque estremamente acerbo.
Mi piace allora definirlo con le parole di un grande intenditore di pallone come Mario Sconcerti, "un fantastico pasticcione".


Felipe Melo 6,5 Una partita importante la sua. Si dovrebbe a questo punto affrontare il discorso dello schieramento del centrocampo, nodo fondamentale per capire le reali potenzialità di questo giocatore. La linea mediana a tre uomini è probabilmente la soluzione giusta per esaltare al meglio le doti di Felipe. Sganciato da ogni responsabilità palleggio, fondamentale su ogni chiusura a destra e sinistra, questo è il Melo che speriamo di vedere ogni domenica. Il riscontro è stato ottimo. E' la strada da percorrere.

Aquilani 6 Si deve riprendere il discorso di sopra. Anche per lui il centrocampo a tre è la soluzione ideale, in quanto ha dimostrato durante tutta la stagione di non essere un regista e non poter dare il meglio quando impegnato in compiti d'interdizione. Compiti che, si badi, non disdegna, ma che lo limitano nelle altre circostanze. La sua partita non è stata straordinaria a mio avviso. Ha compiuto alcune verticalizzazioni interessanti e si è proposto bene, spesso ignorato dai compagni. Ci si attende di più, soprattutto più presenza.

Marchisio 6,5 La solita partita di Claudio, ordinata, intelligente, equilibrata. Non è il giocatore che condisce ogni partita con una giocata decisiva, ma allo stesso tempo difficilmente stecca. Per potersi permettere una squadra con tre attaccanti più Aquilani, giocatori come Marchisio sono necessari perchè dotati di una visione del campo invidiabile. Certo, se fosse più nel vivo del gioco, parleremmo di un giocatore di ben altro livello.

Pepe 6 Non una partita straordinaria la sua, ma comunque sufficiente. L'impegno, come sempre, non gli manca, il che è fondamentale per non lasciare mai la fascia scoperta. Ha l'occasione di comparire sul tabellino dei marcatori, ma non gestisce al meglio l'occasione sparando su Doni.

Matri 7 Le sue doti ormai sono sotto gli occhi di tutti. Il fisico imponente, la corsa, il senso della profondità e l'efficacia sotto porta lo rendono un attaccante molto moderno, completo e decisivo. Fa costantemente reparto da solo e nonostante tutto mantiene le energie per correre su ogni pallone fino al termine della partita. Una scommessa vinta dalla Juventus. Una scommessa ancora più gratificante, perché valorizza un calciatore italiano. Matri è la base da cui ripartire per l'attacco del prossimo anno.
Sì, su azione ha segnato più di Eto'o.

Grygera 6,5 Nemmeno lui concede nulla. Meno presente oltre il centrocampo, ma impeccabile dietro, in un secondo tempo in cui la Roma non ha mai punto.



Una partita che lascia in eredità diversi spunti di discussione interessanti. Principalmente mi riferisco al duello presente e futuro tra Storari e Buffon e alla sistemazione tattica del centrocampo. Non si può non notare allo stesso tempo la capacità della Juve di gestire al meglio le partite impostate sulle ripartenze, a differenza di quelle in cui cerca di imporre il proprio gioco.
Sarebbe interessante approfondire questi argomenti, per ora però mi fermo qui.



Fino alla fine forza  Juventus!